La ripresa dei prezzi di molte commodities (energia, materie prime, metalli preziosi) a partire dal 2009, e in particolare i ricorrenti rialzi del prezzo del petrolio, dell'oro, dell'argento e delle terre rare, ha rinfocolato il dibattito sulle determinanti di fondo di queste tendenze.
In particolare, (cattivi) commentatori e politici tendono spesso ad attribuire alla cosiddetta "speculazione" addirittura un intento esplicito di spingere verso l'alto i prezzi.
Nella realtà, i due fattori più importanti alla base della volatilità recente e soprattutto dei rialzi di tante commodities sono la politica monetaria e la semplice crescita della domanda, a fronte di evidenti tensioni sul lato dell'offerta.
Per quanto riguarda la prima, le condizioni generali della politica monetaria in USA, Europa e Giappone rimangono fortemente espansive, e si moltiplica l'evidenza empirica a sostegno di una correlazione positiva tra la situazione globale della liquidità e il comportamento dei prezzi delle commodities.
Per quanto invece concerne l'effetto della crescita economica, il solo grafico in basso chiarisce come i prezzi delle commodities seguano molto da vicino l'andamento della produzione industriale globale, primo indicatore dello stato della domanda di questi beni. La presenza di tensioni di origine geopolitica, commerciale o meteorologica sembrano lavorare nella stessa direzione. Ed entrambi i canali sconfessano ancora una volta la tesi "speculativa".
Nessun commento:
Posta un commento