L'Italia come Lehman, le banche francesi come AIG, Fannie Mae e Freddie Mac, la BCE come il Tesoro americano, ma con molte munizioni in meno. E soprattutto un'economia estremamente fragile, già in bilico tra stagnazione e rallentamento, a rischio ora di profonda recessione.
Il 2008 e il 2009 potrebbero ancora non ripetersi nel 2011 e 2012. Ma i miracoli in economia non accadono mai contro il volere dei fondamentali. E i fondamentali europei sono noti.
Banche sottocapitalizzate e con in portafoglio titoli che rischiano di divenire carta straccia. Stati incapaci di tagliare la spesa alla velocità necessaria a convincere gli investitori a prestare loro denaro a condizioni accettabili. E soprattutto colpevole reticenza su quello che dovrebbe fare la politica monetaria (intervenire per l'emergenza ma poi recidere la propria reattività asimmetrica all'andamento dei mercati degli assets), la politica fiscale (tagliare drasticamente la spesa pubblica e simultaneamente abbassare la pressione fiscale sui ceti produttivi e sul lavoro) e la supervisione bancaria (imporre ricapitalizzazioni sostanziose agli istituti e se necessario far subentrare gli stati nel capitale).
Se ci resta solo la minimizzazione dei danni di questa nuova bufera la colpa è soprattutto di chi, a livello europeo e italiano in tre anni non ha saputo o voluto attaccare i problemi con la decisione necessaria. Sarebbe giusto che facessero quantomeno la fine di Dick Fuld.
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