Dati pubblicati oggi dalla BCE confermano che l'uso della "finestra" messa a disposizione dalla Banca per i prestiti di emergenza overnight continua ad essere estremamente intenso. Lo scorso venerdì l'impiego di questi fondi è cresciuto impetuosamente, raggiungendo il livello più elevato degli ultimi 20 mesi.
Una o più banche in affanno - si sospetta irlandesi - hanno preso in prestito 17.12 miliardi di euro dalla facility di finanziamento marginale della BCE, che si ricorda, applica un tasso punitivo dell'1.75%.
La circostanza era stata da noi già notata e commentata qualche giorno fa, e lascia supporre che il superamento delle condizioni di forte stress nel sistema finanziario europeo sia una corsa ancora piena di incertezze e conti in sospeso.
Sull'approvvigionamento di liquidità delle banche si scaricano ancora le tensioni riguardanti i debiti sovrani. Essenzialmente, i mercati appaiono fortemente scettici sui piani di rientro da debito e deficit approvati dai governi nei mesi scorsi. La reale sostenibilità di alcuni dei piani di rientro era apparsa immediatamente alquanto discutibile, ma la discussione era stata superata dall'approvazione del meccanismo intereuropeo di stabilizzazione finanziaria, i cui termini abbastanza generosi nei confronti degli investitori avevano indubbiamente impressionato.
Tuttavia, la mia impressione è che i mercati comincino a distinguere in misura sempre più occhiuta le problematiche legate alla liquidità da quelle di mancanza di solvibilità, e penalizzino quindi con precisione le situazioni che al margine appaiono più fragili.
Oggi le banche irlandesi. Domani?
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