31 agosto 2011

Salvataggio greco: l'alba del separatismo tedesco?

Sul Financial Times di ieri compariva una lucida e impietosa lettera di Hans-Olaf Henkel, un noto grande imprenditore tedesco, sulla situazione di difficoltà dell'area euro (A sceptic's solution - a breakaway currency).

In termini estremamente onesti Henkel dice che l'unione monetaria non è sostenibile tra sistemi economici dalle performance così diversificate come quelle dei paesi core e periferici.

La soluzione, continua Henkel, non può essere nè la difesa ad oltranza dello status quo contro lo scetticismo dei mercati, nè un default, anche se ben gestito, della sola Grecia. La soluzione meno dolorosa, dice Henkel, è l'uscita di Gemania, Austria, Olanda e Finlandia dall'area dell'euro e la costituzione di una nuova unione monetaria tra questi e altri paesi con le carte davvero in regola.

Avevamo cominciato a parlare di questo scenario già a primavera dello scorso anno, e colpisce che una personalità così autorevole del mondo industriale tedesco dichiari di essere favorevole. Ricordiamo poi che poche settimane fa il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, subentrato da poco al molto più conservatore Axel Weber, aveva definito il piano di salvataggio della Grecia una scelta che indebolirà l'Unione Monetaria Europea.

Stiamo evidentemente assistendo all'affiorare di una posizione tedesca molto decisiva per il futuro dell'Unione, frutto di una dissennata strategia di temporeggiamento e bail-out più o meno occulto (kicking the can down the road), che non è sostenibile e che difficilmente può trovare d'accordo la Germania.

2 commenti:

  1. Secondo voi che ripercussioni ci saranno, quindi, sui paesi dell'area euro non incluisi in questa nuova unione monetaria? E cosa ne pensate riguardo l'alternativa (diametralmente opposta) di unificare gli stati europei anche a livello politico ed istituzionale, oltre che monetario ed economico? Magari guidati da un unico organismo che si occupi di politica economica in maniera realmente competente...
    MB.

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  2. Caro marcob,
    al momento si tratta di un esito da scongiurare, che ci auguriamo non si verifichi, ma che sta diventando più probabile.
    L'unificazione politica è un disegno che potrebbe anche piacerci in astratto, ma che sul piano economico soffre dello stesso difetto della semplice unione monetaria: è un fideistico salto in avanti lanciato per aggirare, non risolvere importanti nodi strutturali che presto o tardi torneranno al pettine...con gli interessi!

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