20 settembre 2011

La crisi? Italia meglio degli altri!

Sono appena uscite le nuove stime IMF sulla crescita 2011 e 2012 (v. tabella in basso, click per ingrandire). Non c'è paese della tabella che sia atteso crescere meno dell'Italia nel 2012 (nel 2011 ci dovrebbe battere solo il terremotato e depresso Giappone) o che si sia visto rivedere in misura così rotonda (-1%) la stima preliminare sul prossimo anno.

Problema di aritmetica elementare: di quante "manovre" di finanza pubblica avremo bisogno per il pareggio di bilancio nel 2013?




Cronaca di una crisi annunciata

Come ampiamente previsto (anche da questo blog), le società di rating hanno cominciato a rivedere il rating creditizio della Repubblica Italiana.

Se c'è un problema con quanto S&P ha fatto ieri sera, sta nel fatto che questo tipo di decisioni continuano ad arrivare tardi. Che la situazione congiunturale e strutturale dell'economia italiana sia molto meno rosea delle proiezioni del ministero dell'economia di inizio anno e anche di quelle correnti, è cosa ignota solo a chi è condizionato ideologicamente, o malato. Lo stesso vale per gli effetti recessivi della manovra finanziaria appena approvata, o per la precaria patrimonializzazione delle banche europee, italiane in testa.

Resta disperante l'assenza di prospettive di miglioramento, ma anche della consapevolezza della gravità della nostra situazione economica. Forse dobbiamo ancora toccare il fondo. Peccato che per tanti, sicuramente per la maggior parte degli italiani, il fondo sia più duro che per gli altri. 


18 settembre 2011

Come diventare too big to fail

L'ottimo grafico che segue (click per ingrandire) spiega l'irresistibile processo di concentrazione del sistema bancario americano degli ultimi decenni. Qualcosa di molto simile è accaduto in Italia, ma per ragioni molto diverse, ancora meno legate a spinte concorrenziali endogene e più frutto di logiche meta-bancarie.




13 settembre 2011

La Cina (adesso) è vicina

Ricorrere all'aiuto diretto di istituzioni finanziarie cinesi come acquirenti dei titoli del nostro debito pubblico, e divulgarlo in forma ufficiale, come ha fatto il nostro ministero dell'economia, è un'altra pagina del catalogo della disperazione cui si ispira sempre di più la nostra politica economica. Per capire la profondità di queste operazioni basterebbe osservare quale effetto ebbe sulle sorti della Grecia un analogo accordo del 2010.

Tornano in mente, oltre alle innumerevoli tirate di un certo ministro dell'economia contro la globalizzazione e le nuove potenze asiatiche, un piccolo aneddoto relativo a qualche anno fa. Sotto l'egida del Presidente della Repubblica Ciampi era stata organizzata una missione economico-diplomatica dell'Italia in Cina. L'allora governo in carica, contrariato dall'iniziativa e ideologicamente motivato dalla posizione anti-cinese del suo ministro dell'economia, fece di tutto per boicottarla.

9 settembre 2011

A Stark warning

E' abbastanza probabile che le dimissioni di Jurgen Stark dal comitato esecutivo della BCE, così come il ritiro di Axel Weber dalla corsa alla successione di Trichet a Presidente dell'Istituto, siano il risultato di divergenze molto profonde sulla condotta della politica monetaria e del sostegno ai paesi perifierici.

Tuttavia a chi, come me, non condivide la strategia di kicking the can down the road che ha dominato finora la questione, questa immagine sembra abbastanza appropriata...