21 novembre 2011

Ricchi manager, banche povere, economia al tappeto

Lo sosteniamo praticamente da sempre. Le banche italiane sono sottocapitalizzate e scarsamente redditizie, anche in ragione dell'assurda fase di crescita per linee esterne (aggregazioni) perseguita negli anni 2000 con il benestare della Banca d'Italia e dei maggiori gruppi di potere del paese.

Di più. Banche in tali condizioni di fragilità e sotto l'occhio critico dei mercati internazionali non faranno altro che continuare a restringere il proprio bilancio a partire essenzialmente dal portafoglio prestiti, strangolando l'economia reale.

La scorsa settimana un articolo del Wall Street Journal ha accolto i dati trimestrali di Unicredit -pessimi- con un commento caustico sull'ormai inesistente valore di mercato di quelle operazioni di fusione. Oggi Moody's, specializzata nel settore, rilancia con un report ancora più in sintonia con la nostra posizione. Di seguito (dal sito di Borsa Italiana):

Moody's: maxi svalutazioni di Unicredit aumentano dubbi sulla redditività delle banche italiane


21 Nov 11:48

Le maxi svalutazioni sugli avviamenti per 10,2 miliardi di euro effettuate la scorsa settimana da Unicredit sollevano i dubbi sulla redditività della rete domestica delle banche italiane. E' quanto scrive Moody's nella sua analisi settimanale, ricordando la perdita monstre di Unicredit nel terzo trimestre (10,6 miliardi di euro), dovuta soprattutto alle svalutazioni sugli avviamenti delle passate acquisizioni. Inoltre, piazza Cordusio ha riportato nel periodo luglio-settembre un utile operativo di 1,85 miliardi di euro, in calo rispetto ai 2,5 miliardi del precedente trimestre. In scia a questi risultati, Moody's ha posto sotto osservazione per un eventuale downgrade il rating di Unicredit e delle sue principali controllate.

In ottobre, l'agenzia di valutazione aveva declassato la banca milanese ad A2, soprattutto per i dubbi sulla redditività della sua rete domestica. "Nella nostra view ? scrivono gli esperti di Moody's ? questo declino nella redditività potrebbe essere una conseguenza della rapida espansione di Unicredit avvenuta durante gli ultimi dieci anni, specialmente per quanto riguarda la fusione con Capitalia nel 2007 e le acquisizioni in Kazakistan e Ucraina".

Inoltre, Moody's ricorda le altre banche italiane che hanno attuato una politica di espansione prima dello scoppio della crisi finanziaria: Monte dei Paschi e Banco Popolare. "Con uno scenario macro italiano destinato a rimanere difficile per molto tempo - ricorda Moody's - ottenere sinergie significative dalle acquisizioni domestiche potrebbe rappresentare una sfida impegnativa, soprattutto nel caso in cui le banche acquistate erano deboli come Capitalia, Antonveneta (Mps) e Banca Popolare Italiana (Banco Popolare)". Di conseguenza, concludono gli esperti di Moody's, le passate acquisizioni potrebbero aumentare la pressione sulla redditività degli istituti acquirenti.

 

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