15 maggio 2013

Sette trimestri, sette anni

I dati appena pubblicati sul PIL italiano (ed europeo) del primo trimestre 2013 confermano che la luce alla fine del tunnel di cui il nostro primo ministro e il ministro delle attività produttive circa un anno fa era un abbaglio, o, peggio, un'inaccettabile propaganda: il nostro paese è in recessione ormai da sette trimestri. Anzi, considerando che già il nostro PIL del 2007 evidenziò una discesa, e che la cosiddetta ripresina del 2010 e 2011 fu veramente superficiale, siamo ormai all'inizio del settimo anno di grande crisi produttiva.

Nella figura in basso (click per ingrandire) si vede quindi che già per l'Europa (va ancora peggio per l'Italia) il confronto tra l'andamento della produzione tra la crisi in corso e quella del 1929 comincia a indicare che, in termini di durata e di prospettive, quella attuale rischia di essere più pesante.


Due le cause essenziali, una sola la matrice di fondo. L'ampiezza degli squilibri macroeconomici, fiscali e bancari europei alla vigilia del 2007 spiegano la gravità di questa crisi, mentre l'inerzia e la miopia delle scelte di politica fiscale e monetaria ne stanno prolungando la durata. In entrambi i casi, il male è inflitto dall'incapacità di capire che i meccanismi istituzionali dell'area dell'euro non possono essere fatti rispettare proprio durante una recessione-depressione, soprattutto se quegli stessi meccanismi (dal fiscal compact alla valuta comune) sono sostanzialmente insostenibili per un certo numero di stati membri. Nonostante l'euforia (irrazionale e artificiosa) dei mercati obbligazionari e azionari di queste settimane, Grecia, Spagna, Italia, Portogallo e forse anche Irlanda, non sono in grado di restare nella stessa area valutaria ottimale di Germania, Finlandia, Austria, ecc., senza una lunga e dolorosa svalutazione interna (quello che sta avvenendo), una poderosa ristrutturazione dei debiti pubblici, e una sincera riforma del sistema bancario.

Quanti anni di disgrazie saranno ancora necessari per spezzare l'impasse?

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