4 dicembre 2011

Ripresa? Quale ripresa?

Diversi governi e parecchi economisti continuano a usare la parola "ripresa" per caratterizzare la fase ciclica che stiamo vivendo. A giudicare dai dati sulla produzione industriale e da quelli di alcuni indicatori anticipatori, sarebbe più appropriato parlare di contrazione. Esempio: l'andamento dei PMI, gli indici degli acquisti delle imprese, un noto leading indicator, punta verso la recessione per tutte le maggiori economie eccetto quella USA, che counque non se la passa tanto bene... (click sul grafico in basso per ingrandire)

2 commenti:

  1. A mio avviso appare sconcertante come il dibattitto sulla crisi finanziaria che generalmente si distingueva per essere un evento limitato nel tempo, abbia al contrario ormai assunto lo status di sindrome cronica.

    A mio parere c'é tuttavia un grande assente nell'analis delle crisi debitorie: la crescita economica.

    Tutti sappiamo che nessun debito è sostenibile in assenza di una robusta crescita economica. Tale fattore dovrebbe anche indicare le priorità dei paesi maggiormente indebitati è impossbile portare il bilancio in pareggio, in assenza di un preupposto che è quello della crescita.

    Non ci sarà manovra sufficiente a contenere i rischi di default.

    Ma perché tale tema non è in cima alle agende europee ?

    Probabilmente la posizione della Gran Bretagna, è più saggia ?

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  2. Pienamente d'accordo, come si può leggere da tanti post di questo blog. Ed è la mancanza di crescita che rende insostenibili e inefficaci le ricette finora applicate alla crisi debitoria.

    Non sono certo che nel lungo termine la posizione UK sia veramente saggia sul piano economico, ma di certo è coerente con un tratto tipico del carattere nazionale dei britannici.

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