16 luglio 2012

Tutto quasi inutile. Come previsto

Per i tanti scandalizzati delle opinioni di Moody's o di S&P's, purtroppo il più paludato Fondo Monetario Internazionale non offre molto sostegno.

Nei giorni scorsi il Fondo ha pubblicato svariate nuove proiezioni sull'economia del nostro Paese, tra cui il corposo Country Report No. 12/167, contenente una minuziosa e molto bilanciata analisi della nostra situazione economica.

Tra le tante proiezioni disincantate e molto allarmanti, quelle sulla traiettoria del debito pubblico. Era al 120% del PIL alla fine del 2011, anno di grandi e onerose manovre di finanza pubblica che hanno dispiegato effetti recessivi molto consistenti.

Alla fine del 2012, dopo innumerevoli provvedimenti di aumento della pressione fiscale e qualche riduzione temporanea delle spese, salirebbe al 125.8%. Quindi, un incremento di quasi sei punti di PIL. Senza manovre, forse avremmo avuto un'economia più vivace, ma forse anche un debito ancora più elevato.

Le previsioni IMF per 2013 e 2014 parlano di una possibile decelerazione dell'incremento, con picco al 126.4% l'anno prossimo. Si tratta però di stime con ampia banda di incertezza, basate su ipotesi relative alla congiuntura internazionale, alla situazione dei mercati finanziari e a quella delle politiche monetarie, tutt'altro che scontate.

L'aspetto più significativo, tuttavia, è la distanza siderale tra l'infantile ottimismo scodellato sulle pagine dei nostri principali quotidiani dai governi in carica attuale e precedenti, e la dura realtà dei numeri. L'Italia è un Paese sospeso tra insolvenza pubblica, depressione economica.

Altre realtà nelle stesse condizioni strutturali hanno trovato il coraggio e l'umiltà di riformarsi con rigore e ripartire. Al nostro Paese difetta cronicamente la capacità di prendere coscienza della serietà della situazione. Inoltre, l'establishment economico e politico è troppo invischiato in conflitti di interesse per avviare riforme in grado di incidere significativamente sulla situazione, come un programma deciso di vendite del patrimonio pubblico e una riduzione razionale della spesa pubblica. Provvedimenti che in ogni caso potrebbero essere ormai tardivi e insufficienti.

Se ne verrà fuori comunque, in questi mesi stiamo semplicemente quanto costoso sarà, per la nostra collettività e in chiave redistributiva, del ritorno alla realtà. E' già molto alto, rischia di essere terribile.   

1 commento:

  1. per la serie il risveglio è peggio dell'incubo... è giusto così. troppo infantili, troppo "tanto non succede nulla", nella pa si ragiona da 50 anni "tanto la barca non può affondare".... questo è il conto di 20 anni di incompetenza e nulla, di ideologie e non di merito e competenze.

    la colpa è di tutti i cittadini che hanno tra i 40 e i 60 anni. chi ha votato i governi precedenti? questi... chi votava ex veline e cantanti presidenti della prov di milano? questi... chi mandava subrette in parlamento? questi...

    pagate italiani... che il conto sta arrivando!!! ma non temete, berlusconi sfodererà le sue doti di latin lover per convincere la prima ministra finlandese! ahahah!!!

    finiamo con un pizzico di ottimismo: crisi in cinese significa opportunità :)

    RispondiElimina