4 settembre 2012

L'insostenibile pesantezza dell'euro

Si discute tanto di spread, ma la stampa italiana non sempre riesce a spiegare che a monte e a valle della divergenza sensibile dei tassi di interesse tra centro e periferia dell'area euro, ci sono differenze altrettanto, se non più, significative nelle condizioni di accesso al credito.

Il Wall Street Journal e da ultimo ieri il Financial Times non mancano invece di sottolineare queste tensioni. Il grafico in basso (click per ingrandire), tratto appunto da FT di oggi e basato su dati BCE, è piuttosto eloquente: mediamente le piccole e medie imprese italiane e spagnole pagano il denaro almeno 2 punti percentuali in più all'anno delle concorrenti tedesche o francesi.

La mia impressione è che questi dati ufficiali, sia in termini di livelli che di differenziali, sottostimino ampiamente la restrizione creditizia in corso ormai da anni. In ogni caso, i differenziali in questione restano di notevole entità, ed esprimono in maniera plastica l'insostenibilità reale dell'attuale configurazione bancario-finanziaria dell'area dell'euro. 


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