3 marzo 2011

La Fed e i prezzi delle commodities

Nella testa di più di un analista è ben presente la possibilità che il balzo dei prezzi delle materie prime, dell'energia e delle derrate agricole che si osserva dal 2009 possa essere legato anche al tono fortemente espansivo della politica monetaria degli USA, dell'Europa e del Giappone.

Adesso è il Presidente della Federal Reserve Bank di Kansas City, Thomas Hoening, a sostenere questa tesi, impiegandola per giustificare ulteriormente la sua posizione (minoritaria all'interno della Fed) a sostegno di un rialzo immediato dei tassi d'interesse dall'attuale 0% fino all'1%.

Secondo l'alto funzionario la Fed dovrebbe immediatamente far salire i tassi e interrompere una politica monetaria che a suo parere sta creando tensioni inflazionistiche. C'è di più. Questa stance di politica monetaria sarebbe anche all'origine di importanti fenomeni di di instabilità finanziaria e contribuirebbe almeno in parte al recente rialzo dei prezzi delle commodities.

Una parte di questo rialzo secondo Hoenig rifletterebbe migliorate prospettive di crescita dell'economia mondiale e alcune strozzature dell'offerta legate anche a fattori meteorologici, ma "se ti impegni in una politica monetaria altamente espansiva e la tua è la valuta di riserva del pianeta...ciò sicuramente agevola (le spinte da, n.d.r.) il lato della domanda."

Bravo ragazzo, questo Hoenig!

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